Oggi discutiamo della Tredicesima per la Colf. Come molti altri professionisti e lavoratori, anche le colf a contratto hanno diritto alla tredicesima mensilità durante il periodo di Dicembre.
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- Quando le collaboratrici hanno diritto alla tredicesima
- Regolarizzare questa posizione
- Ferie e permessi per collaboratori familiari
- Assunzione colf: ecco i documenti necessari!
Infatti, il contratto specifico di questa categoria, sancisce l'obbligo da parte del datore di lavoro di pagare una ulteriore mensilità alle colf, entro la fine del mese di dicembre. E’ il datore di lavoro infatti a scegliere se corrispondere questa mensilità extra prima o dopo le feste natalizie.
Quando le collaboratrici hanno diritto alla tredicesima
La tredicesima mensilità per colf e badanti è prevista in misura piena, solo nel caso in cui il soggetto è sotto contratto regolare dall'inizio dell'anno di servizio, e comunque per l'intero arco temporale. Altrimenti, la tredicesima per colf è da conteggiare per i dodicesimi relativi ai mesi di lavoro effettivi: in caso di periodi superiori o pari ai 15 giorni, viene effettuato un arrotondamento al mese intero.
Badante a tempo pieno
Nel caso in cui il contratto da colf prevede uno stipendio mensile, e dunque a tempo pieno, il datore di lavoro andrà a pagare semplicemente una mensilità aggiuntiva, pari a quella che dovrebbe spettare al mese di dicembre, addizionata delle indennità di vitto e alloggio, da conteggiare sulla base di un valore convenzionale pari a 4,69 euro al giorno.
L'applicativo per le buste paga
Non tutti possono permettersi un contratto di colf a tempo pieno, per cui è molto più facile avere a che fare con un contratto di lavoro a ore. Per calcolare la tredicesima in questo tipo di contratto, bisogna moltiplicare la paga settimanale per 52, e dividere il totale per 12.
In entrambi i casi, comunque, non sono previsti versamenti aggiuntivi di contributi INPS. Tuttavia, chi ha un contratto come colf può richiedere al momento del pagamento di dicembre e tredicesima, il rateo del TFR maturato.
Il datore di lavoro, naturalmente, è obbligato ad accogliere una richiesta del genere, secondo quanto previsto dal contratto collettivo di lavoro, all'articolo 39, secondo cui l'anticipo va pagato, una volta all'anno, per un totale pari al 70% massimo in base a quanto è stato maturato fino al momento della richiesta.
Vuoi scoprire tutto sulla tredicesima in maternità? Non perderti il nostro articolo informativo!
Regolarizzare questa posizione
Corrispondere questa mensilità extra alla propria badante significa averla messa in regola con i contributi e il resto della documentazione. In Italia tuttavia non sono poche le persone che assumono queste persone facendole lavorare in nero per evitare di pagare così più tasse. Talvolta sono le stesse lavoratrici a chiedere invece di regolarizzare la propria posizione.
Per i datori di lavoro c’è da sapere che sono previste delle sanzioni pesanti per chi assume badanti in nero: già la sola mancanza di comunicazione vale una multa da 200 a 500 euro mentre l’ammenda arriva anche oltre i mille euro qualora si infranga la norma del versamento dei contributi alla propria dipendente. Infine, si arriva al caso più grave, ossia l’assunzione di personale extracomunitario che non abbia permesso di soggiorno: in questa circostanza, oltre l’ammenda di 5000 euro, le norme prevedono anche la reclusione del datore di lavoro. Per disincentivare il lavoro nero, alcuni Enti locali hanno elaborato dei progetti che sostengono le famiglie per la scelta della badante sia dal punto di vista della decisione sulla persona che dal lato economico, con un versamento di 300 euro per i primi dieci giorni di prova.
La colf o badante, che in passato era un mestiere occupato soltanto da stranieri, ultimamente ha visto cambiare profondamente la propria fisionomia e non sono pochi i casi di cittadini italiani che occupano questi ruoli a causa della crisi economica che ha prodotto migliaia di licenziamenti. Una vita da ricostruire che passa anche attraversi queste fasi.
Se vuoi approfondire l'argomento, ti suggeriamo di consultare il nostro articolo sulla lettera di congedo per la colf.
Calcolo dei contributi
Per calcolare i contributi della propria badante, come ricorda l’Assindatcolf, l’Associazione che si occupa dei datori di lavori in ambito domestico, sono possibili due strade: lo Sportello Automatico del Cittadino oppure il call center (per rete fissa 803.164 mentre per la rete mobile 06.164164) per avere informazioni dettagliate sui versamenti. Da ricordare, infine, che per il terzo trimestre del 2014, i contributi vanno pagati entro il 10 ottobre. Tutte le informazioni sono consultabili sul sito dell’Inps, dove si potranno avere delucidazioni su come procedere al pagamento del Mav e del relativo calcolo dei contributi.
Ferie e permessi per collaboratori familiari
I lavoratori domestici cooperano nei vari lavori di casa. Ogni anno deve essere assicurato ai lavoratori domestici un periodo di riposo, dei giorni di ferie, permessi di lavoro ed ex festività. Nel momento dell’assunzione il datore di lavoro si impegna con il dipendente nel decidere il periodo dell’anno in cui porre delle ferie e si impegna a rilasciare regolari contributi per i dipendenti (i lavoratori stranieri hanno la possibilità di cumulare le ferie di due anni in modo da programmare il rientro nel proprio Paese).
Nel caso in cui il rapporto di lavoro finisca, le ferie delle Colf possono essere anche rimborsate economicamente (non vengono annoverati tra i periodi di riposo i giorni di malattia e le festività nazionali). In questi giorni resta l’obbligo per i datori di lavoro di versare la normale retribuzione. In caso di dimissioni invece al lavoratore competono tanti dodicesimi del periodo di ferie quanti sono i mesi in cui si è lavorato.
Vitto e alloggio?
Al lavoratore domestico che risiede con il datore di lavoro va corrisposto anche un rimborso per vitto e alloggio (oltre ai normali contributi). La domanda deve essere dotata dalla fotocopia del documento di identità del datore di lavoro e del cittadino straniero. Lo Sportello per l’Immigrazione presso la Prefettura da indicare sull’indirizzo può essere quello della provincia di residenza del datore di lavoro.
Assunzione colf: ecco i documenti necessari!
Per poter assumere una colf o una badante, sono necessari dei documenti ben precisi. Ai fini infatti dell'assunzione di un lavoratore domestico bisogna richiedere, al futuro lavoratore o lavoratrice, gli stessi documenti previsti per un qualunque tipo di lavoro previsti dalla legge e dall'art. 4 del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) del 2007 e procedere, ovviamente, al pagamento ed al calcolo contributi lavorativi per colf validi per il calcolo della pensione.
I documenti necessari per assumere una collaboratrice familiare
L'assunzione della colf, ai sensi dell'articolo 6 del CCNL 2007, è possibile presentando i seguenti documenti:
- fotocopia del documento d'identità in corso di validità (carta d'identità, passaporto, patente o altro documento analogo);
- fotocopia del codice fiscale, per il versamento dei contributi previdenziali; fotocopia della tessera sanitaria;
- fotocopie di diplomi o altri studi a carattere professionale, se presenti.
Se il lavoratore è extracomunitario, fotocopia del permesso di soggiorno; eventuale numero di iscrizione all'Inps documentazione realativa all'assicurazione se il lavoratore è già assicurato con altri datori di lavoro. In questo caso bisogna presentare il modulo DNA.
Modulo DNA (Denuncia assicurato per regolarizzazione colf e badanti)
Potrebbe capitare che il futuro lavoratore domestico non sia in possesso del codice fiscale (perché extracomunitario), in questo caso è stato istituito, ai sensi del Decreto Legislativo numero 38 del 2000 e a seguito della regolarizzazione di colf e badanti extracomunitari prevista dalla legge numero 189 del 2002, il Modulo DNA (Denuncia assicurato per regolarizzazione colf e badanti).
Il Modulo DNA va dunque utilizzato in caso di mancanza di codice fiscale del lavoratore; ecco una copia del modulo:
DA UTILIZZARE IN MANCANZA DI C.F. DEL LAVORATORE
Spett.le INAIL - Fax 800.657.657
Modulo per la DENUNCIA NOMINATIVA DEGLI ASSICURATI (D.Lgs. n. 38/2000)
a seguito di REGOLARIZZAZIONE DI COLF E BADANTI EXTRACOMUNITARI (L. 189/2002)
COD. FISC. DITTA.....
POSIZIONE ASS. DITTA....
C.C.....
INFORMAZIONI SUI LAVORATORI:
Cognome e Nome....
Nazionalità (cfr. elenco allegato alla dichiarazione di emersione)
Data di Nascita....
Sesso M/F.....
Data cessazione rapporto di lavoro.....
Data stipula contratto di soggiorno.....
Data di presentazione e spedizione (gg/mm/aaaa)
…......
FIRMA DEL RESPONSABILE
…..............................................
Guida all’assunzione di un’assistente domiciliare
Ricordiamo, innanzitutto, che il servizio assistenza domiciliare, anche noto come SAD, si rivolge in primo luogo sia ad anziani che a persone disabili che non sono in grado di gestire in autonomia la loro quotidianità. Che si tratti di una disabilità temporanea o permanente poco importa, perché quel che conta è che si necessita realmente l'assistenza, perché questa è la prima condizione per richiedere un aiuto. Negli ultimi anni in Italia è stato regolarizzato, tramite un contratto di lavoro ad hoc, il lavoro di colf e badanti. Ad oggi, un assistente domiciliare è una vera e propria figura professionale, ed è obbligatorio assumerla secondo la legge, ma cosa è necessario per farlo?
Dove effettuare la richiesta
La richiesta per ottenere assistenza si presenta presso l’ufficio Servizi Sociali del proprio comune. Per fare domanda circa l’assistenza domiciliare si devono consegnare vari documenti: un certificato medico che attesti le condizioni di salute degli anziani, un certificato che attesti la condizione patrimoniale di quest’ultimo e uno che attesti la composizione del suo nucleo familiare. In alternativa è possibile rivolgersi ad un'agenzia addetta a gestire questa tipologia di lavoratori, in questo caso è necessario firmare un contratto che regola il rapporto tra il datore di lavoro e l'agenzia. Se invece si vuole assumere una persona che già conosciamo la procedura è differente, o meglio si dovrà semplicemente procedere alla realizzazione di un contratto lavorativo. In ogni caso questo tipo di lavoro domestico dovrà essere regolato tramite un contratto a norma di legge, potete contattare un vostro legale per poter capire meglio qual è la soluzione più adatta a voi.