Ogni lavoratore che ha la fortuna di percepire uno stipendio, deve però considerare che lo stesso prevede anche delle trattenute in busta paga da parte del datore di lavoro, che daranno, come risultato finale, la paga netta che il lavoratore percepirà.
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- I contributi
- Come calcolare le detrazioni
- Trattenute in busta paga e pensione
- Bibliografia
- FAQ sulle trattenute in busta paga
I contributi
Una parte dei contributi da versare è a carico del lavoratore, mentre l’altra parte spetta al datore di lavoro, anche perché, è quest’ultimo l’unico soggetto obbligato al versamento della contribuzione, sia per la parte che riguarda lui, che per quella a carico del lavoratore.
Una copia della denuncia fatta dal datore di lavoro deve essere consegnata anche al lavoratore, poiché egli grazie a questo documento importante, è in grado di controllare l'esattezza delle retribuzioni denunciate all' INPS dal datore di lavoro.
Tutte le trattenute in busta paga
Ma vediamo nel dettaglio quali sono le trattenute in busta paga che toccano ad ogni lavoratore.
- trattenute in busta paga fiscali da parte dell’azienda a fini pensionistici
- Le somme totali dei contributi sociali trattenuti dalle aziende per una futura pensione
- L’imponibile Irpef , che corrisponde all’imposta delle persone fisiche
- Il totale delle trattenute Irpef, cioè la somma delle trattenute in busta paga fiscali fatta dall’azienda, che si ottiene dall’Irpef lordo le eventuali detrazioni in busta paga
Calcolando tutte queste trattenute in busta paga, obbligatorie per legge, il lavoratore avrà la paga effettiva per la mensilità in cui ha prestato il proprio servizio lavorativo. Il calcolo della busta paga, dunque, si compone anche della voce "detrazioni"
Come calcolare le detrazioni
Chi non riuscisse a calcolare manualmente le detrazioni da effettuare sullo stipendio, ha a disposizione una serie di strumenti su internet.
Infatti esistono sul Web dei software che permettono di calcolare in modo preciso quali siano le trattenute in busta paga.
Ma come funziona lo stipendio?
Lo stipendio è il compenso che si riceve mensilmente per le proprie prestazioni professionali (l'etimologia della parola deriva dall'antica Roma). Si definisce stipendio reale il rapporto lavoro e l’indice del prezzo deflatore, che raffina una grandezza economica dagli effetti dell'inflazione.
Questo indicatore si calcola come media pesata di un paniere di beni e servizi: per la compattezza della misura è importante che il sia regolare nel tempo. I prezzi vengono pesati sulla quantità, moltiplicandoli per un coefficiente che è la quantità venduta di ognuno in percentuale al totale.
Lo stipendio dunque è la retribuzione del fattore della produzione lavoro e la sua fattezza dipende dal costo-opportunità per il lavoratore della rinuncia ad altre occupazioni. Chiaramente influiscono sull'entità di questo anche i livelli a cui fanno riferimento i lavoratori.
Livelli stipendio
I livelli vengono determinati a seconda del grado di anzianità e competenza di ogni dipendente e variano al mutare dei contratti lavorativi.
Per questo le lotte sindacali sono una forma di accordo che influenza la determinazione dei prezzi allontanandoli dall'optimum. Lo stipendio è dunque anche riassumibile come il prezzo della forza lavoro (che vari a seconda dei livelli dei lavoratori all’interno del contratto).
Anche la forza lavoro viene venduta ad un valore equivalente al lavoro socialmente necessario per la sua produzione. Tutto ciò spiega l'origine del profitto del capitalista: secondo la teoria del plusvalore il valore della forza lavoro impiegata nella produzione è inferiore al valore aggiunto alla merce prodotta.
Scopri di più: informazioni dettagliate sui livelli contrattuali dei metalmeccanici sono disponibili in questa lettura.
Trattenute in busta paga e pensione
Relativamente ai cedolini della pensione, le trattenute non mancano seppur nascoste; ma con il decreto 31/2020 a partire da giugno, l’INPS e gli altri enti previdenziali che erogano importi sono obbligati a indicare sui cedolini le trattenute dovute per le quote associative sindacali oltre a indicare tutte le variazioni relative alle trattenute. La comunicazione deve avvenire per via telematica tramite e-mail (o per posta convenzionale per i pensionati che non possiedono il PIN di accesso al portale). Il decreto stabilisce, così, una forma di trasparenza, in base alla quale il pensionato potrà ricevere informazioni precise e puntuali rispetto alla propria pensione. La comunicazione può avere sia cadenza mensile attraverso voci specifiche aggiunte al cedolino (chiamato in gergo “verdolino” per il colore della carta su cui è stampato) o con cadenza annuale tramite un rapporto riassuntivo. Inoltre, il decreto stabilisce che i pensionati potranno prendere visione di tutte le trattenute applicate sulle quote sindacali sul documento CU (Certificazione Annuale) ai fini della dichiarazione dei redditi. Le informazioni riportate sul verdolino sono tre:
- Denominazione dell’ente sindacale di iscrizione;
- La decorrenza della trattenuta;
- L’importo della trattenuta.
L’obiettivo del decreto è rendere limpido il flusso delle trattenute che spesso “tagliano” e variano l’importo dell’assegno mensile senza apparente motivo e senza lasciarne traccia o motivazione sul cedolino, confondendosi con le fluttuazioni dovute alla perequazione legata al costo della vita: tra adeguamenti e trattenute, non è mai chiaro a cosa è dovuto l’importo pensionistico. Il decreto cerca di porre, dunque, rimedio a questa confusione.
Per ulteriori dettagli sulle buste paga, consulta i nostri articoli dedicati: Buste paga INAIL, Come fare una busta paga e Calcolo delle detrazioni per figli a carico.
La situazione delle trattenute in busta paga durante il Coronavirus
Il prolungamento dell’emergenza da Coronavirus ha richiesto la necessità di anticipare il versamento delle pensioni a scaglioni per chi percepisce la pensione alle Poste, mentre il versamento tramite banca rimane regolare:
- Per le banche: entro il primo giorno del mese lavorativo (bancabile);
- Per il ritiro presso gli uffici postale dal 27 del mese precedente al 1° del mese successivo di riferimento (per esempio dal 27 luglio al 1° agosto per i cedolini di agosto) e in base alle iniziali del cognome.
Relativamente alle dichiarazioni dei redditi sono previsti i conguagli fiscali in relazione a quanto emerge dal CU (Certificazione Unica) o dal 730.
Nel caso delle CU, la trattenuta IRPEF viene effettuata a debito; solo nel caso di pensioni di importo annuo lordo fino a 18.000 € con debiti IRPEF superiori a 100 €, le trattenute vengono emesse a rate fino al mese di novembre.
Mentre per il 730 i conguagli saranno effettuati entro il 3 luglio (per il 2020).
Bibliografia
Autore: Franco Tosi
Titolo: "Guida Completa alle Trattenute in Busta Paga: Aspetti Normativi e Fiscali"
Casa Editrice: Giuffrè EditoreAutore: Andrea Silvestri
Titolo: "Trattenute e Contributi: Analisi e Interpretazioni per il Lavoratore"
Casa Editrice: IPSOA Wolters KluwerAutore: Massimo Galli
Titolo: "Fiscalità e Retribuzione: Le Trattenute Obbligatorie e Volontarie"
Casa Editrice: Maggioli EditoreAutore: Valeria Rossi
Titolo: "Le Trattenute in Busta Paga: Legislazione e Prassi Applicativa"
Casa Editrice: Egea EditoreAutore: Giorgio Ferretti
Titolo: "Manuale di Gestione delle Risorse Umane: Calcolo e Implicazioni delle Trattenute"
Casa Editrice: Il Sole 24 Ore
FAQ sulle trattenute in busta paga
Cosa sono le trattenute in busta paga?
Le trattenute in busta paga rappresentano le somme che il datore di lavoro sottrae dal salario lordo per coprire vari obblighi fiscali, previdenziali e sociali. Comprendono contributi previdenziali obbligatori (come quelli INPS), trattenute fiscali (come l’IRPEF) e altri contributi volontari, se richiesti dal dipendente. Questa somma viene poi versata agli enti pubblici competenti per garantire la copertura di pensione, assistenza sanitaria e altri diritti lavorativi e fiscali.
Quali sono le principali trattenute obbligatorie in busta paga?
Le principali trattenute obbligatorie includono:
- Contributi previdenziali: destinati all’INPS per finanziare il sistema pensionistico e garantire l’assistenza sanitaria.
- IRPEF: l’imposta sul reddito delle persone fisiche, calcolata in base agli scaglioni di reddito.
- Addizionali regionali e comunali: imposte che variano in base alla residenza del dipendente e all'aliquota stabilita dal Comune o dalla Regione. Queste trattenute non possono essere evitate e il datore di lavoro è obbligato a dedurle dal salario lordo per versarle agli enti competenti.
Qual è la differenza tra trattenute obbligatorie e trattenute volontarie?
Le trattenute obbligatorie comprendono tutti gli importi che il datore è tenuto a dedurre per legge, come i contributi previdenziali e le tasse. Le trattenute volontarie, invece, vengono effettuate solo se il dipendente ne fa esplicita richiesta, e possono includere trattenute per piani pensionistici integrativi, sindacati, o altre coperture aggiuntive. La distinzione è importante perché le trattenute volontarie dipendono dalla libera scelta del lavoratore, a differenza delle obbligatorie che sono stabilite dalla normativa vigente.
Come viene calcolato il netto in busta paga a partire dal lordo?
Per calcolare il netto, si parte dal lordo annuale e si sottraggono tutte le trattenute obbligatorie e volontarie applicabili. In particolare, le principali voci di trattenuta sono contributi previdenziali e tasse. Ogni trattenuta viene calcolata seguendo aliquote specifiche, che dipendono dal livello di reddito e dalla situazione lavorativa del dipendente. Al termine delle detrazioni, si ottiene il netto che rappresenta il compenso effettivo percepito dal dipendente a fine mese.
È possibile contestare una trattenuta in busta paga?
Sì, se il dipendente nota una trattenuta che ritiene ingiustificata, ha diritto a contestarla. Il primo passo è chiedere chiarimenti al datore di lavoro o all'ufficio del personale. Se la trattenuta risulta errata o non prevista, il dipendente può richiederne la rettifica. In alcuni casi, soprattutto se si riscontrano errori di calcolo o trattenute non autorizzate, il dipendente può anche avvalersi di un legale per rivendicare il corretto importo retributivo.