Per ritenuta fiscale si intende una parte del reddito di un lavoratore o di un fornitore di servizi che viene trattenuta direttamente alla fonte dal datore di lavoro o dal cliente. Questo importo trattenuto viene poi versato allo Stato come contributo alle tasse dovute dal lavoratore o dal fornitore di servizi.
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- Come effettuare il versamento della ritenuta fiscale
- Quali sono gli scaglioni IRPEF 2023
- Un po' di Storia
- FAQ
La ritenuta fiscale è un metodo utilizzato per garantire che le tasse sul reddito siano pagate in modo tempestivo e per ridurre il rischio di evasione fiscale. Può applicarsi a vari tipi di reddito, compresi salari, stipendi, pensioni, interessi, dividendi, royalties e altri tipi di reddito.
Ci sono diversi tipi di ritenute fiscali. In molti paesi, le più comuni sono:
- Ritenuta fiscale sul reddito da lavoro dipendente: questa è probabilmente la forma più conosciuta di ritenuta fiscale. Viene applicata dal datore di lavoro direttamente sul salario o lo stipendio del lavoratore.
- Ritenuta fiscale sui redditi da capitale: viene applicata sui redditi che provengono da investimenti, come interessi e dividendi.
- Ritenuta d'acconto: viene applicata su determinate operazioni e pagamenti a fornitori, come i compensi corrisposti per l'esecuzione di prestazioni di lavoro autonomo, o per l'erogazione di redditi diversi.
- Ritenuta alla fonte: è un'altra forma di ritenuta d'acconto, che si applica per esempio a pagamenti effettuati a favore di soggetti non residenti.
La ritenuta fiscale è calcolata in base a tassi stabiliti dalla legge fiscale del paese. In molti casi, la ritenuta fiscale è solo un acconto sulle tasse dovute, e il contribuente dovrà presentare una dichiarazione dei redditi per determinare l'importo totale delle tasse dovute. Se la ritenuta fiscale è superiore all'importo delle tasse dovute, il contribuente riceverà un rimborso. Se invece è inferiore, il contribuente dovrà versare la differenza.
Come effettuare il versamento della ritenuta fiscale
Per effettuare i versamenti della ritenuta d'acconto, è necessario avere a che fare con l'Erario mediante il modulo F24 delle detrazioni fiscali, come nel caso dei lavoratori dipendenti. Il modello deve essere inviato entro il giorno 16 del mese successivo al versamento; se tale data cade in un giorno festivo o sabato, la stessa scadenza è prorogata al 1 giorno di lavoro feriale successivo.
E' utile ricordare che, in base al campo di applicazione, l'aliquota va dal 20 al 30%. Per altri dettagli, consultate la pagina sulle Aliquote dell'agenzia delle Entrate.
Dichiarazione dei redditi per imposte e ritenute
E' indispensabile dunque compilare questa dichiarazione dei redditi mediante la sezione erario per imposte statali e quella INPS per i contributi riguardanti alla previdenza sociale. Va inoltre compilata la sezione dei contributi assicurativi INAIL e la sezione regioni per le varie addizionali regionali. Per finire, va compilata la sezione ICI e altri tributi locali indicando i vari codici relativi per i tributi e le addizionali comunali, nonché il mese e l'anno in cui il lavoratore dipendente è stato pagato.
Come compilare il Cud
Entro il 28 febbraio dell'anno successivo al versamento della ritenuta d'acconto il lavoratore dipendente e assimilato deve inviare la cosiddetta Certificazione Unica Dipendenti (CUD) su un modello predisposto dall'Agenzia delle entrate, indicando le varie ritenute fiscali, contributive ed assicurative detratte.
Gli allegati da presentare insieme alla certificazione
La certificazione CUD per le ritenute d'acconto del lavoratore dipendente va allegata il modello 770 del sostituto d'imposta. Tutti gli estremi di tale certificazione vanno indicati nel modello 770 semplificato, nella sezione relativa “Comunicazione dati lavoro dipendente e assimilato”. All'interno dell'ST vanno indicati anche gli estremi dei versamenti effettuati con l'F24 nell'anno.
Quali sono gli scaglioni IRPEF 2023
La legge di Bilancio 2022 ha definito nuovi scaglioni IRPEF 2023, riducendone il numero da 5 a 4 con conseguente variazione dell’imponibile. La modifica anche sui moduli 730 è applicata a partire dal 1° gennaio 2022. In previsione, il prossimo anno, gli scaglioni saranno ulteriormente ridotti da 4 a 3, con ulteriori variazioni di calcolo delle ritenute.
L’IRPEF è un’imposta progressiva che si applica sui redditi da lavoro dipendente, d’impresa o assimilato. Da questa si sottraggono eventuali detrazioni e deduzioni. Il calcolo delle ritenute per l’IRPEF non è sempre immediato poiché variano in base alla situazione reddituale e familiare del contribuente.
Gli scaglioni definiti per il calcolo IRPEF 2023 sono:
- 23% da 3000 a 15.000 € (IRPEF calcolata sull’intero importo);
- 25% da 15.001 € a 28.000 € (3.450 € + il 25% della parte eccedente i 15.000 €);
- 35% da 28.001 € a 50.000 €(6.700 € + il 35% della parte eccedente i 28.000 €);
- 43% per redditi superiori a 50.000 € (14.400 € + 43% della parte eccedente i 50.000 €).
Agli importi si sottraggono eventuali detrazioni e deduzioni. Il cambiamento del numero degli scaglioni non incide sul Bonus IRPEF o cosiddetto BONUS RENZI il cui funzionamento resta immutato. Non è necessario presentare domanda anche i beneficiari NASPI. Il trattamento integrativo è, infatti, già calcolato in busta paga fino a un limite di 100 €. Con i nuovi scaglioni, il bonus spetta ai percettori di reddito da 8174 € fino a 15.000 €. I contribuenti che hanno un reddito compreso tra 15.000 e 28.000 € potranno usufruire del bonus IRPEF solo se l’ammontare complessivo delle detrazioni per le spese entro il 31 dicembre 2022 è superiore all’imposta lorda.
Un po' di Storia
Le modifiche del Governo Renzi
Fra i primi provvedimenti del Governo Renzi vi è stata l’introduzione di un bonus da 80 euro per il lavoratore dipendente. Il testo che prevede anche il taglio Irap alle aziende, comprende una parte dedicata anche alle ritenute d’acconto: vengono abolite quelle riguardanti ai trasferimenti di denaro con provenienza dai Paesi esteri che compongono dei redditi dagli investimenti per intermediari finanziari. Tale cancellazione ha fatto sì che con il provvedimento non si è partiti dal 1 luglio del 2014 come era stato invece previsto dall'esecutivo precedente.
Il modello unico della dichiarazione fiscale
Sulla base della semplificazione fiscale chiesta dal Presidente del Consiglio Renzi, hanno avuto introduzione delle modifiche importanti per quanto concerne la presentazione delle certificazioni. L’AdE infatti ha elaborato un nuovo modello, chiamato CU (cioè Certificazione Unica), che va a prendere il posto del CUD (il Certificato Unico Dipendente). Questo modello sarà valido per la dichiarazione del reddito dipendente e delle altre forme simili e la novità consiste che tale Certificazione Unica sarà utilizzata anche per il pagamento degli stipendi ai lavoratori autonomi, come avvocati o notai. Tale modello sarà valido anche per le altre forme di reddito soggette a ritenuta, sia d’acconto che d’imposta. Vi è l’obbligo, da parte dei sostituti, di mandare all’Agenzie delle Entrate la comunicazione riguardante la certificazione entro il 9 marzo del 2015.
Tale modifica va nella direzione sperata dal Governo di una semplificazione del fisco, che porta l’Agenzia delle Entrate a mandare entro la metà aprile di ogni anno la suddetta dichiarazione dei redditi pre-compilata. Da alcune parti non viene compreso il motivo dell’inclusione della Partita Iva, come i professionisti o gli agenti di commercio, in questa misura scelta dal Governo Renzi.
FAQ
Chi applica la ritenuta del 23%?
La ritenuta d’acconto viene versata dal sostituto di imposta (datore di lavoro o in caso di pensionati dall’ente che eroga la pensione) entro il 16 del mese successivo a quello di pagamento e tramite il modello F24 con indicazione del codice tributo previsto per il reddito corrisposto.
Quando si applica la ritenuta fiscale?
La ritenuta si applica sui compensi da lavoro autonomo e su quelli dei lavoratori dipendenti. Le imposte di una ritenuta di acconto vengono pagate dal sostituto di imposta. Puoi effettuare la ricerca per singolo codice tributo per avere maggiori informazioni a riguardo.
Cos’è una ritenuta fiscale?
La ritenuta fiscale è una tassa applicata sui redditi da capitale. Una parte di reddito – in base alle aliquote stabilite per legge – viene così trattenuto.
Quanto è la ritenuta fiscale sulla pensione?
La ritenuta fiscale sulla pensione varia a seconda del paese e delle leggi fiscali locali. Inoltre, l'importo della ritenuta fiscale può variare a seconda del reddito del pensionato, della sua età, dello stato civile e di altri fattori.
In Italia, la ritenuta fiscale sulla pensione è calcolata in base alle aliquote dell'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF). L'IRPEF ha un sistema progressivo di aliquote, che aumentano all'aumentare del reddito imponibile.
Ad esempio, al di sotto di un certo livello di reddito (che può variare di anno in anno), non c'è alcuna imposta dovuta. Al di sopra di quel livello, l'aliquota inizia al 23% e aumenta progressivamente fino al 43% per redditi superiori a un certo importo.
Inoltre, ci sono delle detrazioni fiscali che possono ridurre l'importo dell'imposta dovuta. Ad esempio, i pensionati con un'età superiore a 75 anni e con un reddito annuo inferiore a un certo importo possono beneficiare di una detrazione fiscale.
Infine, la ritenuta fiscale sulla pensione può essere influenzata da altre fonti di reddito che il pensionato potrebbe avere, come redditi da capitale o redditi da lavoro autonomo.
Pertanto, il tasso effettivo della ritenuta fiscale sulla pensione può variare notevolmente a seconda delle circostanze individuali del pensionato. Per una stima accurata, è consigliabile consultare un professionista fiscale o un consulente previdenziale.
Qual è la ritenuta fiscale sui buoni fruttiferi postali?
I buoni fruttiferi postali sono uno strumento di risparmio garantito dallo Stato italiano e gestito da Poste Italiane. Sono caratterizzati da un rendimento garantito e da un regime fiscale agevolato.
Le somme percepite al termine della scadenza del buono (interessi e capitale) sono sottoposte a una ritenuta fiscale del 12,5% per i buoni emessi prima del 2012, mentre per i buoni fruttiferi postali emessi dopo tale data la ritenuta fiscale è del 26%.
La ritenuta viene applicata direttamente da Poste Italiane al momento del pagamento degli interessi, quindi l'importo che ricevi è già netto di tasse. Non è necessario dichiarare in dichiarazione dei redditi gli importi percepite dai buoni fruttiferi postali, in quanto la ritenuta applicata ha natura di imposta sostitutiva.
Ricorda che queste informazioni sono corrette al momento della mia ultima formazione nel settembre 2021 e potrebbero essere soggette a modifiche. Si consiglia sempre di consultare un consulente fiscale per informazioni aggiornate.
Come si calcola la ritenuta fiscale in busta paga?
La ritenuta fiscale in busta paga è un importo che il datore di lavoro trattiene sullo stipendio del dipendente per conto dell'Agenzia delle Entrate. Il calcolo della ritenuta fiscale può sembrare complicato perché dipende da diversi fattori, ma in linea di massima, si svolge in questi passaggi:
- Calcolo dello stipendio lordo: è la somma di tutte le voci di reddito che compongono lo stipendio, come lo stipendio base, le indennità, i premi, gli straordinari, ecc.
- Sottrazione dei contributi previdenziali: dallo stipendio lordo si sottraggono i contributi previdenziali a carico del lavoratore, che variano a seconda del tipo di contratto di lavoro e della categoria professionale.
- Calcolo del reddito imponibile: il risultato del punto 2 costituisce il reddito imponibile, ossia la base su cui si applica la ritenuta fiscale.
- Applicazione delle aliquote IRPEF: sul reddito imponibile si applicano le aliquote IRPEF, che sono progressive e variano in base a fasce di reddito. Al 2021, queste aliquote vanno dal 23% al 43%.
- Sottrazione delle detrazioni: dal risultato del punto 4 si sottraggono le detrazioni per lavoro dipendente, che variano in base al reddito e alla situazione personale e familiare del lavoratore.
Il risultato finale è l'importo della ritenuta fiscale, che viene trattenuto dal datore di lavoro e versato direttamente all'Agenzia delle Entrate. La ritenuta fiscale compare in busta paga sotto la voce "Ritenute Irpef".
Ricorda che questo è un processo semplificato e che ci sono molte variabili che possono influenzare il calcolo. Inoltre, il sistema fiscale italiano è soggetto a cambiamenti, quindi è sempre consigliabile consultare un consulente fiscale o un commercialista per avere informazioni precise e aggiornate.
Se vuoi saperne di più sulle buste paga, ti consigliamo di leggere i nostri articoli specifici: "Buste paga INAIL", "Come fare una busta paga" e "Calcolo delle detrazioni con figli a carico".