Dopo avervi proposto una guida sulle procedure del licenziamento collettivo, oggi vi proponiamo un nuovo tema. Eccoci ad un nuovo approfondimento firmato AreaLavoro. Il calcolo del nostro stipendio (il valore netto) è un'attività da compiere in fase preventiva rispetto alla firma di un qualsiasi contratto di lavoro. Può succedere infatti che, durante il colloquio di lavoro o addirittura al momento della firma del protocollo d'intesa, i termini contrattuali non siano del tutto chiari.
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- Importo del salario lordo mensile. Non il massimo se confrontato con i compensi in Germania o Svizzera
- Gli elementi della retribuzione netta: calcola il tuo stipendio
- Documenti per il calcolo della paga del personale
- I requisiti della retribuzione: ecco cosa deve comprendere il tuo stipendio
- Casi in cui lo stipendio viene pignorato
- In Italia è crisi nera per gli stipendi
- Calcolo dello stipendio di un docente: determinazione e caratteristiche
- Caratteristiche dello stipendio docenti
- Lordo e netto
- Cosa cambia per i docenti
Spesso inoltre, ma qui parliamo di problemi successivi alla firma del contratto, può accadere che il dipendente sia suo malgrado protagonista di situazioni in cui si verifichino mancati pagamenti di stipendio o ritardi nella retribuzione. L’incomprensione spesso dipende dal fatto che l’importo del salario venga espresso, in fase di trattativa, come lordo e che dunque risulti errato il Calcolo della retribuzione.
Per sapere di più sugli stipendi in base al contratto di lavoro, clicca qui per leggere questa guida sui livelli contrattuali dei metalmeccanici.
Se hai bisogno di approfondire l'argomento relativo ai contratti, sappi che abbiamo appena pubblicato un approfondimento sul contratto di lavoro a intermittenza.
Importo del salario lordo mensile. Non il massimo se confrontato con i compensi in Germania o Svizzera
Ci sono diversi metodi per il calcolo dello stipendio netto. Di seguito riportiamo gli step fondamentali:
- dall’importo relativo all’imponibile previdenziale o imponibile INAIL
- detrarre
- i contributi previdenziali INPS o i contributi previdenziali supplementari per i lavoratori iscritti ad un Fondo Pensione
- si ottiene dunque l’imponibile fiscale (su cui si calcola la tassa dell’IRPEF)
- da questo detrarre
- la voce addizionali regionali e comunali, tasse definite dalla legge Finanziaria da corrispondere a Regione o Comune.
La legge e la busta paga che regola la nostra rimunerazione
All'importo dovrà essere aggiunto l’eventuale assegno famigliare (non soggetto a tassazione). Su internet è possibile trovare portali che consentono il calcolo dello stipendio netto. Segnaliamo a questo scopo il sito Virgilio Lavoro e quello di Repubblica (sezione MioJob).
Gli elementi della retribuzione netta: calcola il tuo stipendio
Ci sono alcuni particolari e specifici elementi che concorrono alla formazione della retribuzione netta e sono riportati nell’elenco che segue.
- Elementi variabili: vale a dire che possono essere presi in considerazione per il calcolo della retribuzione di un mese ma non in quello di un altro e sono riferiti all’esecuzione della prestazione lavorativa. Sono considerati elementi variabili le ore lavorative straordinarie, la prestazione lavorativa prestata durante i giorni festivi, le indennità varie, come il lavoro notturno, le trasferte, i turni ecc., il lavoro supplementare, le giornate di malattia e gli eventuali premi lavorativi.
- Elementi fissi: vale a dire che sono nominati nella busta paga del lavoratore ogni mese e generalmente hanno sempre lo stesso importo. Sono considerati elementi fissi la paga base, il superminimo, il terzo elemento e gli scatti di anzianità. Gli elementi fissi possono variare nel caso in cui un dipendente abbia maturato il rinnovo del contratto collettivo.
- Elementi detrattivi, vale a dire tutti quei elementi che devono essere sottratti dalla retribuzione per poter calcolare la paga netta del lavoratore. Sono considerati elementi detrattivi i contributi che il lavoratore deve versare all’Inps, il pagamento dell’Irpef e le relative addizionali, i vari contributi volontari, come i versamenti a favore del proprio sindacato di appartenenza, del CRAL ecc., eventuali rimborsi della società, magari dovuti a somme di denaro prese in prestito.
- All’interno degli elementi detrattivi è possibile fare un’ulteriore distinzione tra quelli fissi e quelli che invece sono variabili. Sono elementi detrattivi fissi, quindi sempre considerati nel calcolo dello stipendio netto, il versamento dei contributi Inps e l’Irpef. Sono invece elementi detrattivi variabili quelli che possono essere presenti in busta paga solo in alcuni periodi e il loro importo può cambiare con il trascorrere del tempo, ad esempio i contributi volontari al proprio sindacato non devono essere necessariamente versati tutti i mesi, lo stesso discorso vale per i rimborsi che l’azienda versa ai dipendenti.
Per approfondimenti sulle buste paga, consulta i nostri articoli dedicati: "Buste paga INAIL", "come fare una busta paga" e "Calcolo delle detrazioni per figli a carico".
Documenti per il calcolo della paga del personale
Ci sono due documenti in base ai quali si calcola la retribuzione del personale: Job Description e Job Profile.
Job Description si basa sulla:
- valutazione della posizione; da cui deriva la retribuzione fissa
- valutazione della prestazione; da cui deriva la retribuzione variabile
Job Profile analizza la valutazione potenziale, quindi lo sviluppo e le possibilità di carriera.
La Job Profile è il profilo ideale della persona che deve coprire una determinata posizione e si compone di competenze (capacità, esperienze, conoscenze).
Il calcolo del valore per retribuire un dipendente deriva dalle “3 P del personale” che sono: posizione, prestazione e potenziale.
I requisiti della retribuzione: ecco cosa deve comprendere il tuo stipendio
La retribuzione è un diritto fondamentale di ogni lavoratore che presta un’attività lavorativa presso un ente o una società. L’articolo 36 della Costituzione è dedicato ai requisiti che deve obbligatoriamente possedere la retribuzione e sono illustrati nell’elenco che segue.
- Proporzionalità, vale a dire che l’ammontare economico del salario deve essere proporzionale alle ore lavorative svolte, alla difficoltà, complessità, responsabilità e importanza della prestazione lavorativa eseguita.
- Sufficienza, il salario deve ammontare ad una somma di denaro adeguata a sostenere le esigenze del lavoratore e della sua famiglia.
Nel caso in cui questi requisiti non siano rispettati dal datore di lavoro nell’accredito dello stipendio al dipendente, intervengono i sindacati, organizzazioni che si dedicano all’attuazione e alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori. E’ importante sottolineare che la giurisprudenza considera sufficiente una retribuzione quando è uguale o supera i minimi tabellari stabiliti nei contratti collettivi.
La retribuzione minima è contenuta quindi all’interno del contratto collettivo del lavoro, ma viene spesso aggiornata in seguito ad accordi di rinnovo. L’articolo 2099 del Codice Civile stabilisce che il compenso deve essere effettuato preferibilmente sul posto di lavoro, in denaro e entro un periodo di tempo determinato, generalmente i lavoratori percepiscono lo stipendio ogni mese.
Esistono però quattro diverse tipologie di pagamenti per prestazioni di lavoro e sono illustrate di seguito.
- La prima è detta a tempo e stabilisce che la somma dello stipendio erogato debba essere proporzionale alla prestazione lavorativa effettuata.
- La seconda è chiamata a cottimo ed è in relazione al risultato con un singolo lavoratore o un gruppo ha realizzato. In questo caso lo stipendio sarà in parte composto dal numero di unità che sono state realizzate. I contratti collettivi non utilizzano quasi mai questo genere di retribuzione, ma concedono ai lavoratori di determinati settori di avere una maggiorazione sullo stipendio minimo. Nel caso in cui una persona stia effettuando un tirocinio la legge non permette il cottimo, perché andrebbe a discapito del lavoratore inesperto che non è ancora in grado di produrre in modo sufficiente. È invece considerato obbligatorio per tutti quei mestieri che devono mantenere un determinato ritmo produttivo e per i lavoratori a domicilio.
- La terza è definita a premio e dipende dai risultati raggiunti.
- La quarta è la partecipazione agli utili, è una forma aggiuntiva alla retribuzione ma in questo caso il lavoratore è soggetto ai rischi d’impresa.
Casi in cui lo stipendio viene pignorato
La riscossione dello stipendio è un diritto di tutti i lavoratori; in alcuni casi ciò non avviene a causa del mancato pagamento del salario o dei ritardi sul versament o della retribuzione che spetta al lavoratore.
Per motivi di varia natura, soprattutto dovuti a debiti da parte del dipendente, si può inoltre verificare il pignoramento dello stipendio. È infatti possibile che un lavoratore si veda pignorato il proprio stipendio; sono altresì soggetti a pignoramento anche le pensioni e le indennità.
Il pignoramento dello stipendio, dei salari e delle pensioni relative ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni era regolato dagli artt. da 1 a 4 del D.P.R. Del 5 gennaio 1950 n.180. Con la Finanziaria del 2005 (legge 311/04), il pignoramento degli stipendi privati e di quelli pubblici è stato equiparato.
- è previsto in caso di debiti con nei confronti dello Stato, delle Provincie, dei Comuni, delle imprese, delle aziende o di altri enti, soprattutto di natura contributiva o legati a rapporti d'impiego; in questi casi viene pignorato un quinto dello stipendio dell'impiegato o salariato.
- È possibile anche il pignoramento di un terzo dello stipendio per crediti di natura alimentare.
Il pignoramento dello stipendio viene applicato immediatamente dal momento della notifica.
In Italia è crisi nera per gli stipendi
Nel nostro paese le piccole e medie imprese sono una risorsa preziosa per l’andamento dell’economia, ma purtroppo la crisi economica che ha colpito l’Europa negli ultimi anni ha avuto conseguenze negative in particolar modo su queste. Da alcuni recenti studi di mercato è emerso che negli ultimi sei anni sono ben 134 mila le piccole e medie imprese che hanno dovuto chiudere la propria attività.
Si tratta in particolar modo di artigiani e commercianti che a causa della crisi economica per le piccole imprese, hanno visto andare in pezzi anni di lavoro. In alcuni casi si trattava addirittura di attività che erano presenti sul territorio da anni e che venivano tramandate di generazione in generazione.
Le problematiche maggiori
Gli artigiani e i commercianti non usufruiscono neanche di nessuna forma di cassa integrazione o mobilità, quindi si ritrovano senza lavoro e molto spesso anche con numerosi debiti da saldare, che magari hanno contratto per riuscire e non chiudere l’attività, ma che purtroppo non sono serviti a molto. Alcune piccole imprese per cercare di combattere la crisi economica hanno aderito a un nuovo trend, vale a dire lo scambio di merci e servizi.
Calcolo dello stipendio di un docente: determinazione e caratteristiche
Tutte le tipologie di lavoratori hanno diritto a ricevere periodicamente lo stipendio dovuto e che quantificato, tenendo conto di diversi elementi tra questi:
- le ore di lavoro svolte;
- la difficoltà della mansione lavorativa;
- la tipologia di lavoro stesso;
- peculiarità a carattere previdenziale e contributivo
- molto altro ancora.
Tenendo conto dei fattori che ci interessano si può dunque facilmente, basta valutare attentamente ogni elemento importante ai fini del calcolo e il gioco è fatto. È possibile che accadano però alcune situazioni in cui il lavoratore ha problemi proprio in merito alla riscossione dello stipendio. Può verificarsi infatti il mancato pagamento dello stipendio, oppure delle circostanze in cui lo stesso non venga elargito nei tempi dovuti e in ritardo.
Queste mancate elargizioni o semplici ritardi possono soprattutto accadere nell'ambito del settore privato. Difatti, alcune aziende possono avere mancanza di liquiditá (quindi di denaro), ad esempio, per un ritardo o il mancato pagamento inerenti forniture di prodotti o servizi. In ambito pubblico, tali inconvenienti sono piú rari, in quanto ministeri, enti statali o regioni hanno obblighi e scadenze molto piú rigidi. Comunque, un lavoro ed uno stipendio molto ambito, per diverse ragioni è quello degli insegnanti. Cerchiamo di vedere come avviene il calcolo dello stipendio di un docente.
Caratteristiche dello stipendio docenti
Viene dato ai singoli insegnanti dalle segreterie di ogni singola scuola; esso si calcola tenendo conto tenendo conto della liquidazione, ovvero di quanto ammonta la retribuzione effettiva. Il salario viene poi solitamente riscosso presso una banca o un ufficio postale delegato dall'istituto stesso.
Come per altri tipi di lavoro anche per chi percepisce lo stipendio dei docenti è necessaria l'iscrizione all'Inps e il ricorso ad essa per determinati casi di disoccupazione, previdenziali o assistenziali. Ci si deve invece rivolgere all'INPDAP, nei casi di pagamento del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) o del Trattamento di fine servizio (TFS).
Lordo e netto
Il compenso lordo di un docente è quello previsto e riportato sul contratto stesso di lavoro; lo stipendio netto va invece calcolato tenendo conto anche di quello che viene trattenuto a fini previdenziali, pensionistici ed eventualmente assistenziali. Per il calcolo dello stipendio netto di un docente è inoltre necessario conoscere il relativo imponibile fiscale, in modo da conoscere anche l'IRA, ovvero l'imposta sul reddito, che va versata periodicamente.
Lo stipendio di un docente si differenzia in base a diversi parametri, tra cui anche il grado dell'istituto scolastico in cui si lavora e il titolo posseduto dall'insegnante. In particolare, un docente della scuola dell'infanzia e primaria ed un docente diplomato che lavora negli istituti secondari di IIº grado, a livello iniziale, percepisce intorno ai 19.325 Euro lordi annui. Per quanto riguarda invece un docente di scuola media e un docente laureato che insegna in un istituto secondario di IIº grado, lo stipendio annuo lordo, sempre a livello iniziale, è di circa 20.973 Euro.
Tali cifre si riferiscono a docenti con contratti a tempo indeterminato (dal 1º Settembre al 31 Agosto), mentre per quelli con contratti a tempo determinato che non coprono l'intero anno, stipulati dagli Uffici Scolastici Provinciali (USP) oppure dai singoli dirigenti degli istituti, lo stipendio viene calcolato in modo proporzionale al periodo di lavoro. Naturalmente, a queste somme lorde va aggiunta la 13a mensilitá, che viene solitamente pagata nel mese di Dicembre, nel cedolino unico di quel periodo.
Nel calcolo dello stipendio di un docente, si devono poi sottrarre la quota di tasse e contributi complessivi a carico del lavoratore. Nelle prime vi rientra l'Irpef (determinata in base al reddito totale del docente) e a cui poi si devono aggiungere le addizionali regionali e comunali, che tendono a variare secondo la residenza del lavoratore. Una volta sottratti allo stipendio lordo le tasse, bisogna poi considerare eventuali detrazioni spettanti per lavoro dipendente, coniuge e/o figli a carico. Queste sono cifre che variano in base al reddito e al numero di figli posseduti.
Pignoramento del salario
Si possono inoltre verificare casi di di pignoramento dello stipendio, se il dipendente ha dei debiti personali o direttamente col datore di lavoro. Le modalità di riscossione dello stipendio variano comunque a seconda delle varie categorie lavorative e dei settori nei quali si lavora; diversi sono infatti gli stipendi dei dipendenti della Pubblica amministrazione da quelli dei lavoratori autonomi, dei dipendenti privati o dei docenti e degli insegnanti.
Il Governo Renzi ha rivoluzionato il sistema della scuola e con esso gli stipendi dei docenti. La riforma dell’esecutivo punta a stabilizzare i tanti precari dando al tempo stesso nuove linee guida sulla scuola attraverso un aggiornamento delle materie e un’integrazione delle stesse.
Cosa cambia per i docenti
La rivoluzione fu varata ad inizio 2015 per entrare in vigore dal settembre successivo. Lo scopo principale della riforma era quello di abbattere la fastidiosa forma del precariato, attraverso l’abolizione delle graduatorie a esaurimento, le cosiddette Gae. Quasi 150mila insegnanti precari furono stabilizzati, dei quali la metà per strutture d’infanzia. Cambiò anche lo stipendio dei docenti: gli scatti interessarono due docenti su tre e seguirono il merito. L’aumento fu calcolabile in circa 60 euro netti al mese che portarono i docenti a poter guadagnare fino a 9 mila euro in più rispetto al loro guadagno. Quindi, per fare carriera non valse solo l’anzianità di servizio per una scuola che finalmente riconosceva il valore del merito. Per fare questo, gli insegnanti furono tenuti a seguire obbligatoriamente dei corsi di formazione. Cambiò anche la struttura del corpo docenti per il sostegno dei ragazzi: fu valutata la preparazione dei singoli per poter affidare loro i diversi casi di disabilità che non potevano essere riassunti in un’unica categoria. Un altro punto fondamentale era quello di dare uno stop alle supplenze cercando di formare un corpo docenti qualificato per ogni esigenza, allungando per questo scopo il tempo pieno per arginare il fenomeno dell’abbandono della scuola e integrando di più le materie che servono al mondo d’oggi, come lo studio delle lingue straniere (inglese soprattutto) e l’informatica. Per questo piano, compreso lo stipendio dei docenti, fu valutato che fosse necessario un investimento di tre miliardi di euro, dei quali uno immediatamente. Le risorse necessarie furono reperite tramite la spending review. Questi soldi servirono a pagare il parco docenti e a far assumere i 148 mila precari che dovevano essere stabilizzati come riportava il documento del premier Renzi. Questi soldi probabilmente salirono a quattro miliardi tra dieci anni quando si dovettero trovare le risorse per pagare gli eventuali scatti di merito. Il miliardo da trovare subito riguardava invece la spesa per i primi quattro mesi di retribuzione, che partì come detto dall’inizio del settembre successivo.
Se desideri approfondire ulteriormente, ti suggerisco di leggere l'articolo chiamato "Stipendi PA".